La rete energetica russa occidentale

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Recentemente è stato annunciato il completamento del condotto Transatlantico (TAP), prevedendo il primo utilizzo per metà novembre 2020. Trattasi di uno dei più grandi progetti realizzati nella regione e, soprattutto, del compimento del nuovo canale di diversificazione dall’egemonia energetica russa, intrapreso anni fa con il Corridoio meridionale del gas. La Russia però non vede svanire le sue fortune energetiche, ben salde grazie a una rete di sei condotti principali.

Il completamento del collegamento è un importante obiettivo per l’Unione Europea, che da anni lavora per diversificare le sue fonti di approvvigionamento di gas. Mentre la Germania sostiene la controversa rotta russa della Nord Stream 2, al fine di portare il gas nel continente attraverso il Mar Baltico, il TAP nel corridoio meridionale è emersa come fonte alternativa di energia da paesi al di fuori della morsa russa, poiché il gasdotto trasporterà il gas dall’Azerbaigian e dalla regione del Mar Caspio per trasportarlo attraverso la Turchia e in Italia.

La Russia rappresenta oggi circa un terzo delle forniture di gas dell’Europa. TAP sarà seguita da diversi progetti volti a ridurre la dipendenza dal gas russo, tra cui il Baltic Pipe. L’oligopolio russo sembra però ancora lontano dal poter vacillare, al momento, vi sono infatti sei importanti reti energetiche in mano al Cremlino, tutte aventi destinazione in Europa. Di fatto, si annoverano: Blue Stream, Druzhba, Nord Stream, Soyuz, Yamal, oltre al condotto Baltico.

Vediamo le specifiche di questi sei condotti, per capire come queste si relazionano rispetto alla TAP.

(Credits: https://www.gisreportsonline.com/gis-dossier-how-turkey-scored-big-in-the-gas-pipeline-game,energy,2706.html)

Blue Stream

Il gasdotto Blue Stream è progettato per trasportare il gas naturale russo in Turchia attraverso il Mar Nero. Esso integra il corridoio di trasporto gas che va dalla Russia alla Turchia attraverso Ucraina, Moldavia, Romania e Bulgaria. La lunghezza totale del Blue Stream è di 1.213 chilometri.

Durante la costruzione del gasdotto sono state applicate soluzioni ingegneristiche specifiche per migliorarne l’affidabilità, poiché la sezione montagnosa russa è lunga oltre 60 chilometri e la sezione offshore corre a profondità fino a 2.150 metri in un fragile ambiente di idrogeno solforato. Per esempio, queste soluzioni includono tubi in acciaio di alta qualità resistenti alla corrosione con rivestimenti interni ed esterni in polimeri, prove di sollecitazione della conduttura, tagli nella sezione montagnosa e offshore.

Il percorso del gasdotto va dall’impianto di gas di Izobilnoye a Dzhugba, comprende le stazioni di compressione di Stavropolskaya e Krasnodarskaya e quella di Beregovaya ad Arkhipo-Osipovka, estendendosi da Dzhugba a Samsun attraverso il Mar Nero per proseguire da Samsun fino ad Ankara.

La costruzione del gasdotto Blue Stream doveva essere la base per una partnership strategica tra Russia e Turchia, con la partecipazione congiunta a progetti nel settore dell’energia e dei trasporti.

Il 15 dicembre 1997 la Russia e la Turchia hanno firmato un accordo intergovernativo. In base all’accordo, tra Gazprom e Botas è stato stipulato un contratto che prevede la fornitura di 365 miliardi di metri cubi di gas alla Turchia attraverso Blue Stream per un periodo di 25 anni.

Nel febbraio 1999 Gazprom e l’italiana Eni hanno firmato un Memorandum of Understanding per la realizzazione congiunta del progetto Blue Stream. Si costituisce quindi, il 16 novembre 1999, la Blue Stream Pipeline Company B.V, fondata da Gazprom ed Eni alla pari, una joint venture italo-russa, come società a destinazione specifica. Attualmente la joint venture è proprietaria del tratto di gasdotto offshore che comprende la stazione di compressione di Beregovaya. Gazprom è proprietaria e gestore della sezione onshore.

(Credit: https://www.gazprom.com/f/posts/48/133188/map-gp-eng.jpg)

Oleodotto di Druzhba

Il Druzhba Oil Pipeline, noto anche come Friendship Pipeline e Comecon Pipeline, è l’oleodotto più lungo del mondo e una delle più grandi reti di oleodotti del mondo. Trasporta petrolio per circa 4.000 km dalla parte orientale della Russia europea a punti in Ucraina, Bielorussia, Polonia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Germania. La rete si dirama anche in numerosi oleodotti per consegnare il suo prodotto in tutta l’Europa orientale e oltre. Il nome “Druzhba” significa “amicizia”, alludendo al fatto che l’oleodotto forniva petrolio alle regioni occidentali dell’Unione Sovietica affamate di energia, ai paesi socialisti dell’ex blocco sovietico e all’Europa occidentale. Oggi è la più grande arteria per il trasporto del petrolio russo e kazako attraverso l’Europa. Vi operano: Transneft (Russia), Gomeltransneft Druzhba (Bielorussia), UkrTransNafta (Ucraina), PERN Przyjazn SA (Polonia), Transpetrol AS (Slovacchia), Mero (Repubblica Ceca), MOL (Ungheria)

Il condotto è in grado di fornire 1.400.000 barili al giorno, lungo un asse di 5.100 chilometri.

L’oleodotto parte da Almetyevsk in Tatarstan, il cuore della Russia, dove si raccoglie il petrolio della Siberia occidentale, degli Urali e del Mar Caspio. Corre fino a Mozyr, nel sud della Bielorussia, dove si divide in un ramo settentrionale e uno meridionale. Il ramo settentrionale attraversa il resto della Bielorussia attraverso la Polonia fino a Schwedt in Germania e rifornisce le raffinerie di Płock e Schwedt. La diramazione settentrionale è inoltre collegata dall’oleodotto Płock-Gdańsk con il terminale Naftoport a Danzica, utilizzato per le esportazioni di petrolio. A Schwedt l’oleodotto Druzhba è collegato con l’oleodotto MVL a Rostock e Spergau. Il ramo meridionale corre a sud attraverso l’Ucraina. A Brody l’oleodotto Druzhba è collegato con l’oleodotto Odessa-Brody, attualmente utilizzato per la spedizione del petrolio dall’oleodotto Druzhba al Mar Nero. A Uzhgorod l’oleodotto si divide in linee verso la Slovacchia (Druzhba-1) e verso l’Ungheria (Druzhba-2). La linea attraverso la Slovacchia si divide ancora una volta nei pressi di Bratislava: una diramazione conduce in direzione nord-ovest verso la Repubblica Ceca e l’altra in direzione sud verso l’Ungheria. L’oleodotto Druzhba-1 si dirama verso l’Ungheria nella regione di Banská Bystrica (Slovacchia) vicino al fiume Ipeľ, attraversa il confine ungherese a Drégelypalánk e porta a Százhalombatta. In Ungheria, l’oleodotto Druzhba-1 rifornisce la raffineria Duna mentre Druzhba-2 rifornisce le raffinerie Duna e Tisza.

Il 18 dicembre 1958, in occasione della decima sessione del Consiglio per la mutua assistenza economica (Comecon), tenutasi a Praga, fu firmato un accordo sulla costruzione di un oleodotto tronco di greggio dall’URSS alla Polonia, alla Cecoslovacchia, alla Germania dell’Est (RDT) e all’Ungheria. La costruzione dell’oleodotto inizialmente proposto, lungo 5.327 km, iniziò nel 1960. Ogni paese doveva fornire tutti i materiali da costruzione, i macchinari e le attrezzature necessarie. Il petrolio raggiunse per la prima volta la Cecoslovacchia nel 1962, l’Ungheria nel settembre 1963, la Polonia nel novembre 1963 e la RDT nel dicembre 1963. L’intero oleodotto fu messo in funzione nell’ottobre 1964.

(Credit: http://eurodialogue.org/Druzhba-Pipeline-Map)

Soyuz

Il gasdotto Soyuz, chiamato anche Orenburg Western Border Pipeline, proveniente dal giacimento di gas di Orenburg, entra in Ucraina ad est di Novopskov attraverso la stazione di misurazione del gas Sokhranovka in Russia. Fino a Novopskov, corre parallelo al gasdotto Orenburg-Novopskov. Da lì, il gasdotto Soyuz corre verso ovest fino a quando, vicino a Bar, si unisce al corridoio dei gasdotti Urengoy-Pomary-Uzhhorod e Progress. Lascia l’Ucraina attraverso la stazione di misurazione e pompaggio del gas di Uzhhorod. La lunghezza della sezione ucraina del gasdotto Soyuz è di 1.567 chilometri e ha una capacità di 26,1 miliardi di metri cubi all’anno.

La costruzione dell’oleodotto è stata sostenuta dall’URSS come esempio di Cooperazione Comecon tra l’URSS e le sue repubbliche satelliti, con un piano di partecipazione paritaria dei Paesi al finanziamento e alla costruzione della linea. Il condotto è gestito da Naftogaz, avente una capacità di 2 miliardi di metri cubi all’anno per una percorrenza di 2675km.

Nel dicembre del 2015 è stato assicurato il finanziamento per la ricostruzione della stazione di compressione BAR. Si prevede che il progetto aumenterà la capacità del gasdotto di 85 milioni di metri cubi al giorno e ne aumenterà la durata di 15 anni. Il progetto è finanziato da Ferrostaal Industrieanlagen GmbH e Deutsche Bank. Insieme, forniranno 70,72 milioni di dollari dei necessari 83,2, il resto sarà fornito dallo Stato dell’Ucraina.

(Credit: Southfront.org)

geopolitica.info

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